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carla
Amministratore
    
2197 Posts |
Posted - 29/03/2007 : 08:46:12
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Rilancio qui un argomento accennato a proposito di verdura e frutta.
La domanda di base: cosa mangiavano realmente gli armati (che costituiscono la stragrande maggioranza dei rievocatori)? Apro a tutti i secoli, perchè l'elemento comune è comunque: come si traducono le usanze alimentari "dotte", da banchetto delle varie epoche, in contesti in cui prevale la necessità di essere rapidi, efficienti, adattabili alle disponibilità locali di commestibili?
E ancora, altro elemento da considerare: come è strutturato, nelle varie epoche e contesti (mercenari, cavalieri, eserciti strutturati etc. etc.), la distribuzione del cibo ai militari (ovvero, da "ognuno col soldo acquista dai mercanti locali" sino a "l'esercito dispone di un servizio mensa al campo con preparazione e distribuzione di pasti regolari") |
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Golem
Nuovo Abitante
 
122 Posts |
Posted - 29/03/2007 : 13:59:59
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Innanzitutto la logistica era molto diversa da quella odierna: molto spesso il cibo veniva razziato nei luoghi dove l'esercito stazionava o passava. Si organizzavano le cosiddette "cavalcate" ("chevauche'" in francese e "raid" in inglese), che avevano vari scopi, tra cui approvvigionamento alimentare, razzia di ricchezze e devastazione del territorio nemico. Per evitare di andare off-topic ti dico che i militari in campagna mangiavano quello che trovavano a seconda del luogo e della stagione. Ad esempio le campagne spesso iniziavano poco prima della mietitura proprio per aver a disposizione i campi che il nemico non aveva ancora mietuto. In altri casi era necessario far arrivare i viveri, come ad esempio in Terrasanta. Erano in uso alimenti sotto sale come la carne che potevano essere conservati (mi dicono che la carne secca sotto sale sia soffice come cuoio da suole). Riguardo l'uso di carne fresca non ho notizie esaurienti, ma mi pare illogico che un arciere affamato non tirasse alla prima bestia vedesse. In un libro di Aldo Settia ho letto che i pisani nella guerra delle Baleari bevevano vino anziche' acqua perche' questa diveniva putrida. Non so quasi nulla su come venissero consumate le risorse alimentari trovate; ad esempio se il grano venisse trasformato in pane o zuppe e in che percentuale, e idem gli ortaggi. Per quanto riguarda il consumo di formaggio mi vien da pensare che fosse limitato a quello trovato durante le cavalcate oppure fatto venire "da casa". Se il consumo di latte era legato ai bovini/ovini a disposizione dubito si avesse il tempo di preparare del formaggio campale. Non assenti episodi di cannibalismo, ma (ovviamente) in casi piu' che estremi e, comunque, non adatti ad essere ricostruiti durante un evento di living history. Spero di non aver scritto castronerie in eccesso e spero ulteriori divagazioni e commenti.
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enionline
Forum Admin
   
Italy
1183 Posts |
Posted - 29/03/2007 : 15:10:06
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Intanto precisiamo , la presenza di SALMERIE è stradocumentata in diversi testi dalle MISSIVE SFORZESCHE alle CRONACHE DI SCHILLING, e il tipo di organizzazione se non arrivava ai livelli di quelli NAPOLEONICI era sicuramente di discreto livello (almeno per le grosse unità). Il FATTORE CIBO è stato in ITALIA per tutto il XV secolo il fattore su cui si vincevano o perdevano le guerre, decine di campagne tra veneziani e milanesi si sono combattute con le razzie atte ad affamare il nemico e spesso concluse con battaglia vinte senza tirare fuori neanche le spade. Sulle cucine da campo ahime non si sa molto ma è logico affermare che in caso di una lunga campagnia fosse organizzato se non a livello generale almeno a livello di unità/squadra/lancia un sistema di cucina/approvigionamento, magari lasciato a quel seguito di donne che spesso seguivano i soldati.
La struttura di una cucina da campo è introvabile o almeno raramente si vede documentazione (basta copiare dai testi del '500 con tutta la cucina da campo del papa) ma in dipinti e miniature di assedi spesso possiamo intravedere alcuni particolari, pentole, tavole, oggetti.
Penso che stia alla sensibilità del gruppo trovare un buon compromesso calcolando che deve essere materiale trasportabile su un carro al massimo ma all'occorrenza al sacco, per cui l'essenziale magari trasportato dentro una cassa. Nel nostro caso per esempio tutto il materiale sta dentro una cassa che si trasformano in due per le ceramiche, rappresentando un'unità comandata da un FAMIGLIO abbiamo fatto una scelta un pò più nobile, ma all'occorrenza il materiale è dividibile tra i membri anche per essere trasportato durante le marce.
Ahime per motivi di sicurezza abbiamo dovuto applicare alcune forzature, vedi i bracieri per alzare il fuoco da terra, e i supporti a tre pali per le pentole invece che a uno (anche se questa è la meno), sono scelte dovute al bisogno di dare sicurezza all'accampamento in previsioni del pubblico che spesso si infila ovunque.
In ogni caso con questo impianto siamo riusciti a sfamare fino a una decina di persone, partendo dalle materie prime e non parlo di zuppa di farro ma di cose semplici come verdure cotte, carni stufate, fino ad arrivare a piatti un pò più elaborati completi di eventuali salse. |
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Bruno Chionetti
Abitante
  
Italy
520 Posts |
Posted - 29/03/2007 : 15:57:11
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Vi segnalo in merito un articoletto apparso anni fa sul Dragon n°3 intitolato: "Bon Appetit The diet of the 15th century soldier" dove si elencano cibi e quantità destinati al vitto dei soldati.
Nella repubblica di Genova era consuetudine che le guarnigioni dei piccoli castelli sparsi sulle montagne fossero sfamate a carico delle comunità vicine. In tempo di pace molte fortificazioni erano del tutto sguarnite ed in tempi di guerra spesso non contavano che qualche decina di uomini.
Oltre che dal lato documentario le cronache di Schilling ci forniscono anche tra le poche immagine di accampamenti, cucine e strutture comuni per il vitto della truppa. Questa tipologia di immagini è estremamente rara.
Considerando che la logistica degli eserciti antichi si faceva portando via da castelli e fondachi e case dei soldati e privati incontrati lungo il cammino tutto quello che si poteva trasportare e asportare è facile dedurre che le "cucine da campo" fossero dotate delle stesse identiche cose dei fornelli domestici. Oggetti di grandi dimensioni quando si potevano trasportare su carri, quanto più piccoli possibile se destinate al trasporto individuale. La nostra compagnia ha in passato sfamato giornalmente una dozzina e più di membri avendo come batteria di cucina: una griglia, due pentole di pochi litri di capienza ed una padella.
Daccordo con quanto detto da ENI tranne "l'organizzazione dei napoleonici". Pochissimo era cambiato nel corso dei secoli, le salmerie seguivano sempre l'esercito che si spostava molto lentamente, e quanto meno l'esercito si spostava, come nelle guerre medievali, quanto più le salmerie erano presenti ed efficienti. Fu proprio con le guerre napoleoniche che questo sistema giunse al collasso perchè le truppe rivoluzionarie ed imperiali si muovevano a velocità mai viste in precedenza, arrivando a coprire persino 150 chilometri in un giorno quindi le salmerie, in asenza di strade erano impossibilitate a seguire e fu proprio in questa epoca che gli eserciti sopravvissero in modo "alternativo", famose le zuppe di acqua e polvere da sparo.... ma qui andiamo OT.....
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carla
Amministratore
    
2197 Posts |
Posted - 31/03/2007 : 23:16:27
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quote: Originally posted by Golem Non assenti episodi di cannibalismo, ma (ovviamente) in casi piu' che estremi e, comunque, non adatti ad essere ricostruiti durante un evento di living history.
... anche perchè, considerato come ci allevano oggi le multinazionali, fra OGM, grassi idrogenati e conservanti... bleah! ...non esiste più il nemico ruspante di una volta!!!  |
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